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SETTE CONVERSIONI
Massimo Pica Ciamarra

Civilizzare l’Urbano ETS, 2022, 112 pg.
ISBN 978-88-944192-6-9

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Secondo gli archeologi le città –sostanziale creazione dell’uomo: premessa di ogni civiltà- sono nate quando lo spazio fra gli edifici ha assunto senso, o meglio quando questo senso ha cominciato a prevalere su quello dei singoli edifici.
Cinquant’anni fa, fra “Gli otto peccati capitali della nostra civiltà” Konrad Lorenz inserisce la distruzione dell’ambiente e paragona le urbanizzazioni contemporanee a organismi affetti da neoplasia, dove le singole cellule si sviluppano senza regole e senza ritengo perso l’informazione che deve tenerle insieme perché siano parte di un organismo vitale.
Quindi un costruire che distrugge l’ambiente e ingombra i territori perché i suoi componenti non contribuiscono a formare città e paesaggi.

    Malgrado il tempo trascorso, queste analisi sono drammaticamente attuali. La distruzione dell’ambiente accelera con chiare conseguenze sui cambiamenti climatici. I territori urbanizzati ormai prevalgono sulle città accentuando insicurezza, diseconomie, diseguaglianze, perdita di socialità.
Da qui la necessità di indagare possibili “conversioni” -radicali mutazioni di mentalità e comportamenti tesi alla ’“ecologia integrale”- che contribuiscano a invertire i processi in atto: non “transizioni” (cambiamenti di stato reversibili: attraverso “punti critici” la materia passa dallo stato solido a quello liquido, gassoso, plasmatico o viceversa) ma “conversioni” (riflettono principi di fede, di opinione, artistici, letterari o politici) per loro natura irreversibili: quelle successive non producono che inediti sviluppi.

    Una precedente pubblicazione ha esplicitato la “poetica del frammento” (2021) che intreccia temi della conversione ecologica. Questa enuncia sinteticamente “sette conversioni” che possono contribuire a un migliore futuro.

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