Nel pensare ad una riorganizzazione della zona napoletana di Coroglio la Bagnoli Futura affida il progetto di riconfigurazione di un’area di 35 ettari di forma allungata sotto la collina di Posillippo avendo prima previsto la messa in sicurezza del costone roccioso e la bonifica dei terreni. La richiesta è di un polo sportivo – campi di calcio, tennis, pallacanestro, pallavolo, di tiro con l’arco; piste di atletica, pattinaggio, roller-blade skate ecc. – lasciando una grande superficie a verde ad occidente da far gestire all’orto botanico. Completano, inoltre, il programma funzionale un’area attrezzata per il campeggio, alternativa agli alberghi da costruire nell’area dell’ex Italsider, e un percorso ciclopedonale.
Avviato il cantiere nel 2007, i lavori sono attualmente in corso con parziali modifiche del progetto originario dovute soprattutto alla stesura dell’esecutivo da parte della ditta esecutrice che, nel modificare parzialmente l’idea progettuale, ha costretto a correzioni in corso d’opera con conseguenti difficoltà di gestione. Nel sondare le significative peculiarità ambientali, paesaggistiche, storiche del territorio circostante – campi Flegrei e Posilippo – l’intervento presuppone una strategia di supporto «per il miglioramento qualitativo dell’intera area di riferimento e delle sue specifiche parti divenendo strumento per indirizzare azioni verso trasformazioni sostenibili» in cui siano garantite equilibrio dell’ecosistema, biodiversità in tutt’uno con aspetti gestionali e manutentivi dell’opera. Esito di un processo verificato nel confronto di più discipline – pianificazione, architettura, botanica, paesaggistica ecc – l’impostazione progettuale si caratterizza per la presenza di tre crateri di grandi dimensioni.
Chiudibili indipendentemente l’uno dall’altro vi trovano collocazione le diverse aree sportive con quello verso il mare risolto anche con un’area bagnata destinata in inverno a divenire una pista per il pattinaggio sul ghiaccio protetta da una tensostruttura. Nel modellare la morfologia del suolo corrugandolo e mimetizzandovi, divengono fattori di innovazione paesaggistica. Mediano il delicato passaggio fra la collina di Posillipo e l’urbano che si espande verso la linea di costa. Evitando gesti eclatanti si incuneano nelle pieghe del terreno, espressioni quasi di naturali accadimenti tettonici.
L’architettura così rinuncia ad un’espressione formale eccessiva divenendo generatrice di relazioni nuove e commento di risonanza al luogo con cui dialoga attraverso strategie insediative, estrinsecate anche tramite una fitta trama di percorrenze di spazialità attrezzate, che stimolano meccanismi di integrazione.