È un progetto esitato per il concorso nazionale di idee bandito dal comune di Vicenza per il riassetto di piazzale Matteotti e l’utilizzo dell’area dell’ex macello e sue adiacenze, una zona strategica nell’assetto urbano dalle notevoli valenze storiche e paesaggistiche. Al margine orientale del nucleo più antico e a conclusione di corso Palladio, arteria principale del centro storico, si distende sulla sponda del fiume Boccaglione all’altezza della confluenza del Retrone. E tuttavia la sua articolazione palesa spazialità incongrue e disorganiche ancor più svilite da inopportuni attraversamenti veicolari. L’assetto complessivo, così, incide negativamente nella fruizione dei diversi e importanti episodi architettonici presenti nel luogo: il teatro Olimpico e palazzo Chiericati di Palladio, il palazzo del Territorio e quello Piovene sul basamento del quale, opera palladiana, insiste l’ex-macello un tempo direttamente affacciato sul porto cittadino alla confluenza dei due fiumi che lambiscono la città.
Nell’interpretare le plurime sedimentazioni dell’area nelle sue caratteristiche storiche, ambientali e spaziali cardine della proposta è quella di creare «un sistema di luoghi, di piazze dove si intrecciano e sovrappongono antiche memorie, con l’obbiettivo di eliminare usi impropri e situazioni spaziali offensive, non limitandosi, però, ad una mera operazione di recupero, ma introducendo inedite qualità spaziali, reinventando preesistenze e modalità d’uso, utilizzando l’insieme di ciò che oggi esiste come materiale di progettazione». Tutto ciò si riverbera nella volontà di creare una vera e propria “porta” civica di accesso alla piazza e alla città in genere, da realizzare sui resti cinquecenteschi del palazzo Piovene liberati delle costruzioni dell’ex-macello, connettendola ad un insieme di nuove costruzioni, spazi e percorsi urbani capaci di reintegrare, interloquendo con essi, gli edifici storici dell’area.
Molteplici, pertanto, i livelli di intervento così sintetizzabili: – riorganizzazione del traffico attraverso l’eliminazione di quello in superficie su Piazza dell’Isola e sul terminale di Corso Palladio e la realizzazione di un sistema coperto – slarghi, piazze e vie – ad una quota inferiore e tuttavia aperto alla visione del fiume. In esso trovano sistemazione un terminal di autolinee urbane ed extraurbane con servizi annessi, parcheggi, stazione dei taxi; – introduzione di nuove attività e funzioni con la definizione della già citata porta di accesso alla piazza recuperando le tracce cinquecentesche di palazzo Piovene su cui si imposta un volume compatto con copertura troncopiramidale – una variante a tale ipotesi prevede la conservazione degli ambienti dell’ex-macello eretti sulla fabbrica palladiana. Ad essa si aggregano tre edifici uno ad abside destinato ad albergo prospiciente il fiume Retrone, l’altro di completamento verso nord fra la porta e palazzo Franco con un uffici di cui uno postale al piano terra, infine l’ultimo per attività espositive, mostra permanente dell’artigianato e dell’arte dell’industria vicentina, direttamente connesso ai piani superiori della porta; – ridisegno dei vuoti urbani ottenuti con la soppressione del traffico superficiale e in parte con piccole e mirate demolizione.
Si costituiscono, pertanto, inediti spazi collettivi con caratteristiche diverse per definizioni e utilizzi ma unitariamente pensati: il largo a sud della porta; delimitato da punti accessibili e interpretabile per usi diversi – pista di ghiaccio, fontana e giochi d’acqua – lo specchio d’acqua triangolare su cui parzialmente affonda il basamento del palazzo Piovene; la piazza fra il complesso della porta e il palazzo Chiericati pensata come spazio espositivo all’aperto dove le sculture sono i riferimenti formali di un’organizzazione a verde labirintica; definita da un margine curvilineo la piazza antistante palazzo Chiericati (ripristinato nel dislivello originario e ricostruito nel basamento) riunita con lo slargo di fronte il palazzo del Territorio e destinata a costituirsi come punto d’incontro e luogo di manifestazioni pubbliche; – risemantizzazione del ruolo dell’acqua e del verde come elementi portanti il progetto secondo modalità d’uso diverse: si ridefinisce la riva nord del Retrone e quella destra del Bacchiglione con l’inserimento del menzionato specchio d’acqua, memoria dell’antico porto dell’Isola, con un fontana gradonata; si predispongono una serie di rivoli d’acqua fra la pavimentazione della piazza di palazzo Chiericati per vivacizzarne sensorialmente il rapporto fruitivo; si distribuiscono, infine, una serie di essenze arboree a mo’ di filtro fra le diverse parti dell’area.